CON MARIA AI PIEDI DELLA CROCE

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LA VIA CRUCIS DEL 31 AGOSTO A  POLSI

La Croce di Polsi ci ha accompagnato in questo anno giubilare della Misericordia nei pellegrinaggi ai santuari diocesani. Questa croce ci riporta indietro nel tempo, al 1984, quando san Giovanni Paolo II consegnò ai giovani la Croce dell’Anno Santo della Redenzione con queste parole: «Carissimi giovani, al termine dell’Anno Santo, affido a voi il segno stesso di quest’anno giubilare: la croce di Cristo. Portatela nel mondo come segno dell’amore del Signore Gesù per l’umanità e annunciate a tutti che solo in Cristo, morto e risorto, c’è salvezza e redenzione».

Accogliendo l’invito di san Giovanni Paolo II abbiamo posto al centro del Giubileo della Misericordia la Croce venerata qui a Polsi. Non siamo andati dietro ad un semplice sacro vessillo, ma dietro al Cristo. Abbiamo portato con Lui – da buoni cirenei – questo strumento di salvezza, simbolo dell’infinita misericordia di Dio. La Croce ci ricorda che Gesù è il nostro salvatore, che a Lui dobbiamo volgere il nostro sguardo, a Lui dobbiamo ricorrere se vogliamo essere salvi. Senza abbracciare la propria croce non si vive. E’ la croce delle nostre responsabilità e dei doveri del proprio stato, della fatica quotidiana, della sofferenza che non ti aspetti. Tante croci abbiamo conosciuto ai bordi delle nostre strade: le croci di coloro che hanno perso la vita nei tanti incidenti avvenuti sulle nostre strade, le croci di tanti giovani e di tante famiglie distrutte.

A Te, o Gesù Crocifisso, chiediamo di renderci più prudenti nella guida, rispettando le norme stradali, tenendo desta la consapevolezza che un auto può essere strumento di morti innocenti.

Tante croci sono state poste accanto alle salme di ragazzi, giovani e adulti morti a causa del recente terremoto. Liberaci, Signore dalla morte improvvisa. Rendici sempre più vigilanti e rispettosi della vita dei nostri fratelli. Aiutaci a capire che il rispetto della legge è per noi, per la nostra e l’altrui sicurezza.

Tante sono le croci disseminati nelle fredde acque del Mediterraneo, dei migranti morti annegati, senza che il loro nome fosse conosciuto, dei tanti uccisi dalla violenza di un terrorismo senza senso, stroncati da un fondamentalismo che non rispetta la vita donata da Dio. Tanti sono stati le croci sui luoghi di lavoro, causati da incidenti evitabili se fossero state rispettate le norme di sicurezza.

Di fronte a tanto male, sulla croce Dio si nasconde. «“Dov’è Dio?”» – ci chiediamo con Papa Francesco – «Dov’è Dio, se nel mondo c’è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov’è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch’essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov’è Dio, di fronte all’inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell’anima?”. Sono domande che non trovano risposte. Possiamo solo chiederlo a Gesù. E la sua risposta è: “Dio è in loro”, soffre con loro.

Tante altre sono state le croci che uomini senza cuore hanno conficcato sul calvario di questi nostri bei colli. Tanto è stato il sangue versato da mani criminali di una mafia senza anima. La Croce di Polsi è testimone silenziosa e senza voce di tutto il male compiuto dagli uomini della ‘ndrangheta votati alla morte. Spesso uomini che si trincerano dietro una falsa devozione ed una fede che tale non è. I resoconti delle indagini condotte dalla magistratura ci dicono che tanti uomini di ‘ndrangheta hanno frequentato questi luoghi. Sono venuti sin qui, ahimè, non per pregare, ma per stringere alleanze di morte o per dichiarare guerre di mafia e progettare strategie criminali. Proprio qui a Polsi, ove i nostri avi eressero questo bel santuario destinato ad essere luogo di preghiera e di incontro con Maria ai piedi di questa Croce. Questo luogo sacro è stato purtroppo profanato da tanto sangue innocente. Chi piange quelle vittime! Chi può far loro tornare il sorriso, la gioia della vita! Siamo qui questa sera per chiedere perdono per quanti hanno ucciso e profanato questo luogo. Perdono per i sicari che si sono prestati ad essere strumenti di morte. Perdono per quanti hanno stimato la vita meno di un bossolo di lupara! Abbi pietà, Signore, di tutti costoro!

Se è vero che nei pressi di questo Santuario “si è consumata l’espressione più terribile della profanazione del sacro ed è stato fatto l’insulto più violento alla nostra fede e alla tradizione religiosa dei nostri padri” (come ebbe a dire il mio stimato Predecessore, mons. G. Morosini), desidero che questi luoghi siano purificati con la preghiera e la penitenza.

A tale scopo chiedo ai fedeli della Madonna della Montagna Madre del Buon pastore di fare una giornata di digiuno ogni anno il venerdì precedente la festa del 2 settembre. Con tale atto penitenziale, e accostandosi al sacramento della Riconciliazione, è possibile sperimentare la misericordia ed il perdono di Dio. Inoltre sempre per chiedere il perdono e la misericordia del Padre per quanti hanno profanato questo luogo invito a vivere, in preparazione alla solennità della Santa Croce del prossimo 14 settembre, “24 ore per il Signore”.

Fratelli e sorelle,

non perdiamo la fiducia nella misericordia del Padre. “Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro”. E diciamo : “Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo; con la tua santa Croce hai redento il mondo”. E’ questa la nostra preghiera di adorazione e di benedizione: di adorazione di Te, Signore, che sei morto in Croce, di benedizione e di lode perché dalla tua morte è giunta a noi la vita. Signore, con la tua Croce hai fatto penetrare nel cuore del Padre celeste tutta la nostra miseria e hai acceso in quel cuore il suo amore misericordioso per noi.

Anche se siamo tentati di pensare che siamo venuti al mondo dal caso e siamo destinati al nulla, la tua Croce, Signore, ci rivela che siamo il termine dell’amore infinito di un Dio che ci ama come se ognuno di noi fosse unico davanti al suo amore. “Siete stati comprati a caro prezzo“, dice l’apostolo Paolo. Signore Crocifisso, se ciascuno di noi vale la tua Croce, allora il nostro valore è veramente infinito. Anche la vita di ciascuno di noi. Anche la vita del bambino appena concepito. Anche la vita di un anziano o di un malato terminale. Tutte le vite e tutta la vita! Aiutaci, Signore Crocifisso, a non svendere la nostra dignità, a non svendere la vita umana, proprio perchè comprati a caro prezzo, con il tuo sangue preziosissimo!  Amen.

Eccomi, o mio amato e buon Gesù che alla santissima Tua presenza
prostrato io Ti prego col fervore più vivo a stampare nel mio cuore
sentimenti di fede, di speranza, di carità e di dolore
dei miei peccati e di proponimento di non più offederTi,
mentre io con tutto l’amore e con tutta la compassione
vado considerando le Tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di Te,
o mio Gesù, il santo Profeta Davide:
«Trapassarono le mie mani e i miei piedi; contarono tutte le mie ossa».

Padre , Ave e gloria