S. Messa di Mezzanotte di Natale 2019-Locri

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(E’ ora di svegliarci dal sonno! Le tenebre lasciano spazio alla luce. Lasciamo che la luce del bambino Gesù illumini questa notte santa. E’ il profeta Isaia ad invitarci a svegliarci dal sonno: Svegliati, svegliati, alzati, Gerusalemme.. rivestiti della tua magnificenza”. Anche sant’Agostino ci sollecita: “Svegliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. «Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14)”. S. Agostino spiega così il Mistero del Dio incarnato: “Per te, dico, Dio si è fatto uomo. Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato”. 

Risvegliamoci, allora, per accogliere il bambino che è nato. Senza questo bambino non possiamo vivere. Egli ci dona la speranza di poter guardare il futuro senza paura.  In quella notte santa l’angelo rivolse ai pastori un annuncio di gioia: «Non temete: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». Questo annuncio è rivolto anche a noi. Come i pastori andiamo alla grotta per vedere cosa è accaduto. Liberiamoci da quanto ci appesantisce e ci rende schiavi. Se non siamo liberi non ci accorgiamo del Dio che è tra noi, che cammina con noi e non ne sentiamo bisogno. Il rischio che corriamo è proprio questo: vivere un Natale senza Dio, non accorgerci che Lui ci è accanto! Tanti luci, regali, consumi, ma Gesù non c’è. E’ così che nella società dell’avere non c’è posto per Dio.

Il Natale illumina la notte: nasce Gesù luce che illumina la vita, che ci fa scoprire il senso di ogni cosa, che ci fa incontrare ciò che è bello, giusto, vero, santo. 

E’ il Natale del Dio che si fa piccolo, uomo come noi, assume la nostra carne, i nostri sentimenti, le nostre aspirazioni, la nostra umanità. Vuole liberarci all’arroganza e dalla prepotenza, dalla superbia, dall’egoismo, dalla sete di potere. 

E’ il Natale del Dio povero: il bambino nasce in una grotta e viene posto in una mangiatoia. Nasce povero e rifiutato. Giuseppe e Maria erano venuti per adempiere al censimento indetto da Cesare Augusto. Ma non c’era posto per loro nell’alloggio. E’ il rifiuto di una normale famiglia di migranti: nessuna accoglienza per loro, le porte sono ben serrate! La loro povertà dà fastidio al perbenismo della gente e all’arroganza di Erode. Quel Natale manifesta la sua estrema povertà. Quel bimbo nasce povero, perché tutti potessero incontrarlo. L’indicazione degli angeli ai pastori “Troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” parla chiaro. E’ la povertà il segno del Natale, non l’agiatezza e le comodità. Il povero vive il Natale. Lo vive ancor di più: sente freddo come Gesù, sente fame come lui, si sente disprezzato e rifiutato come Lui. 

E’ il Natale del Dio che salva. Ci salva dal male radicale, dal peccato che rovina la nostra vita e quella altrui. Riscopriamo l’umiltà di questo Dio che si veste della nostra umanità e la salva, che ci invita a vivere il Natale senza il bisogno di cose inutili. 

A tutti un Natale assieme a Gesù che ci ama e ci dà pace. BUON NATALE a tutti ed a ciascuno! Buon Natale a questa comunità, ai sacerdoti, ai catechisti, alla comunità delle religiose, alla Caritas parrocchiale, ai ministranti ed agli animatori della liturgia. Ma Natale è anche per i piccoli, i sofferenti, gl’immigrati, i carcerati. Buon Natale a tutti.