MESSAGGIO DEL VESCOVO PER LA GIORNATA DEL MALATO

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(In occasione della XXVII Giornata Mondiale del Malato, che quest’anno viene celebrata in India, desidero volgere il mio saluto a quanti portano nella propria carne i segni della passione del Signore. Sono tanti i sofferenti che vivono nelle case o sono ricoverati negli ospedali, nelle strutture sanitarie private: sono fratelli e sorelle che invocano aiuto, vicinanza, condivisione e quella benevolenza e compassione che nessun farmaco può sostituire.

Il mio saluto va a tutti gli operatori del mondo della sanità, medici, infermieri, operatori sanitari, amministratori vari. Mi rivolgo particolarmente a quegli operatori sanitari, che sono animati da spirito cristiano, per ricordare il valore del loro servizio. Esso non è un ‘mestiere’ qualunque, ma una missione-vocazione, risposta ad un appello trascendente, che prende forma nel volto del sofferente. La vostra attività è prolungamento e attuazione della carità di Cristo, il quale “passò beneficando e sanando tutti” (At 10,38). Ma è anche carità verso Gesù stesso: è lui l’ammalato (“ero malato”), sicché Egli ritiene rivolte a sé le cure per il fratello (“l’avete fatto a me”). Sì, la vostra professione sanitaria ha una dimensione trascendente, perché “oltrepassa il piano puramente umano del servizio alla persona sofferente, e assume il carattere di testimonianza cristiana, e perciò di missione” (papa Francesco). 

Un grazie a tutti i medici, infermieri ed operatori sanitari, che svolgendo senza risparmio il loro servizio sono un riflesso del buon samaritano, che si ferma accanto all’uomo ferito, facendosi suo “prossimo” nella carità. So che il loro ministero si svolge talvolta in condizioni di difficoltà, costretti a sopportare pesanti turni di lavoro, con strumenti ed attrezzature inadeguati, in strutture malfunzionanti. In un contesto generale che soffre le conseguenze di una cultura che fa difficoltà ad affermare il valore sociale dei servizi pubblici e dell’interesse preminente del bene comune. Ma spesso proprio la gratuità, un gesto di benevolenza, una stretta di mano, un servizio non dovuto reso con gioia sono capaci di supplire ogni altra carenza. Papa Francesco lo ricorda, affermando che la cura dei malati ha bisogno di professionalità, ma anche di tenerezza, di gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza. 

A tutti i volontari sanitari, privati cittadini ed associazioni ricordo che il loro ministero è un servizio alla vita, un ministero di salvezza e di guarigione, che annuncia ed attua l’amore di Cristo. Non a caso, nel Messaggio della Giornata del malato di quest’anno ci viene richiamata la figura di Santa Madre Teresa, che indica come unico criterio di azione l’amore gratuito verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, etnia o religione. L’esempio di questa Santa è di grande attualità, essendo modello di quella gratuità umana, che è lievito dell’azione dei volontari nel settore socio-sanitario. Il mondo della sanità nella nostra terra ha bisogno del suo sguardo e della sua intercessione.

Mi unisco al ringraziamento del santo Padre verso quanti si occupano di trasporto e soccorso dei pazienti, verso coloro che provvedono alle donazioni di sangue, di tessuti e organi. Quanto sono importanti i loro servizi di volontariato nelle strutture sanitarie e a domicilio! Ne beneficiano tante persone malate, sole, anziane, con fragilità psichiche e motorie. Il Signore dia loro la forza di continuare. 

Nel mondo della sanità ha immenso valore la testimonianza della cultura della gratuità e del dono, quella che abbatte la cultura del profitto. Questo mondo rischia di essere sopraffatto dalla cultura dell’interesse, dall’affermazione degli affari privati. In esso ogni forma di speculazione, ogni esasperata ricerca di lucro, ogni forma di disamministrazione e di sperpero delle risorse pubbliche è un reato ancora più grave perché perpetrato a danno del malato, e del più debole, spesso del meno abbiente, e quindi del sacrosanto diritto ad essere curato. 

Il mio augurio è che questa giornata possa essere per tutti stimolo a vivere l’esperienza della compassione, vicini a quanti sono nella malattia, nella vecchiaia ed in ogni forma di disabilità. Auguro di sperimentare la gioia e la bellezza dell’esperienza del Samaritano, che non passa dall’altra parte ma si prende cura del bisognoso, chiunque esso sia, straniero o cittadino, che s’incontri sul proprio cammino. 

In questo particolare momento storico che vede il mondo della sanità in Calabria impegnato nel ricercare e superare le difficoltà che lo segnano da molto tempo, non dimentichiamo le parole del Vangelo: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). 

Lasciamoci sostenere dallo sguardo amorevole di Maria, Salute degli infermi, verso la quale nutriamo tanta devozione: accompagni e protegga il nostro cammino, rendendoci sempre pronti al dialogo ed all’accoglienza reciproca, imparando a vivere da fratelli e sorelle in un mondo strano, che crede di difendersi, costruendo muri esteccati e chiudendosi dentro i confini del proprio egoismo. 

A tutti va la Benedizione del Signore.

Locri, 10 febbraio 2019