Omelia del’11 maggio 2025: “Lo Scoglio, oasi di Fede e Conversione”

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“Dell’amore del Signore è piena la terra (Sal 32,5-6)”. Lo è anche questo luogo benedetto dal dono della misericordia e del perdono offerto a coloro che vengono qui con i loro carichi di sofferenza, di delusione e persino con i loro fallimenti, per implorare guarigione e salvezza.
Lo Scoglio è un luogo di grazia che Dio ha voluto affidare alla protezione della beata Vergine Maria. Lo è stato di fatto per lungo tempo e lo è oggi con il nulla osta della Santa sede. Con decreto del 5 luglio 2024 del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvato personalmente da papa Francesco, ha ricevuto l’approvazione della Chiesa, che ha riconosciuto il valore spirituale e pastorale dell’esperienza mariana dello Scoglio. Si è riconosciuto nell’esperienza mariana dello Scoglio la presenza di tanti frutti spirituali, di segni di grazia e di conversione, che ci sono stati e che ancora si verificano.
A vivere l’esperienza mariana dello Scoglio è stato fratel Cosimo, che da giovane ha saputo accogliere la l’azione dello Spirito nella povertà della sua vita. Possiamo ben dire che laddove c’è povertà e umiltà, laddove il silenzio regge al chiasso ed ai rumori dei nostri tempi, Dio ama manifestarsi.
La storia la conosciamo. E la narrazione fatta da Fratel Cosimo vale come testimonianza di fede mariana per tutti noi che in questo luogo continueremo a v edere la presenza e l’azione dello Spirito Santo.
Dalla testimonianza di Fratel Cosimo abbiamo compreso quanto essa valga anche per noi, conserva una grande attualità, ma esige la nostra collaborazione:
Non aver paura, vengo dal Paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la Madre del figlio di Dio; sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero che da ogni paese si venga qui a pregare”.
Cosimo era alla ricerca della sua vocazione e della volontà di Dio, quando chiede aiuto alla Madonna: “Vergine Santa, ditemi cosa volete che io faccia?
La risposta fu l’affidamento di una missione:
“Ti chiedo il favore di trasformare questa valle; qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime troveranno pace e ristoro. In questo luogo Dio vuole aprire una finestra verso il cielo; qui per la mia mediazione vuole manifestare la sua misericordia”.
È una missione alla quale fratel Cosimo consacrerà la sua vita e che guarda a un mondo, che non si chiude alle realtà del cielo.
Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando considera “Gesù una persona totalmente priva d’importanza, al massimo un personaggio curioso, che può suscitare meraviglia con il suo modo insolito di parlare e di agire. E così, quando la sua presenza diventerà fastidiosa per le istanze di onestà e le esigenze morali che richiama, questo “mondo” non esiterà a respingerlo e a eliminarlo”.
Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando considera la fede cristiana fuori dai suoi interessi, “una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; un mondo in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”.
Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando in esso “non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito”.
Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando “Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo”, finendo così col vivere un ateismo di fatto.
Lo afferma papa Leone XIV, nella sua prima omelia durante la messa celebrata con i cardinali dopo la sua elezione.
Il mondo oggi sembra aver perso il desiderio di una vita nuova, sembra non credere più nelle possibilità di una pace vera. Ha grandemente bisogno di rinnovamento e di una profonda conversione interiore. È quello che chiediamo al Signore. È quello che fratel Cosimo ha avvertito nel suo cuore nell’incontro con Maria:
“Se gli uomini si convertiranno, si pentiranno dei loro peccati, si confesseranno, si avvicineranno a Dio e lo ameranno con tutto il cuore, Dio si avvicinerà a loro e li accoglierà nella sua casa….”
Il mondo che si apre allo sguardo di Maria accetta la consegna più importante da Lei fatta a Fratel Cosimo:
“Ecco il mio rosario, esso sia la tua preghiera quotidiana, offrilo al mio cuore immacolato per la conversione del mondo, il trionfo del regno di Dio, la pace delle nazioni e la salvezza dell’umanità.
Non si tratta di una missione da nulla. Essa coinvolge l’esistenza di Fratel Cosimo, ma anche la nostra e di quanti sono fedeli devoti dello Scoglio.
Anche qui allo Scoglio, tenendo presente la Parola che abbiamo ascoltato, possiamo imparare ad ascoltare la voce del pastore, ad amarlo ed a seguirlo. Qui ci sentiamo popolo di un Dio che ci ama e ci chiama alla conversione. Rispettando i nostri ritmi e accogliendoci sempre nel suo grande abbraccio ricco di misericordia e benevolenza. Qui ci sentiamo nelle mani del Figlio e nelle mani del Padre.Il brano del vangelo di Giovanni che ci è stato proposto si concentra sull’immagine delle mani: “Nessuno le strapperà dalla mia mano”; “Nessuno può strapparle dalla mano del Padre”;
“Io e il Padre siamo una cosa sola
”. Essere nelle mani di Cristo significa essere al sicuro, sotto la custodia di un amore che salva. Noi ci affidiamo a Lui, che per primo si è affidato al Padre e si è donato a noi. È un amore che circola, che ci coinvolge, che ci abbraccia: il Figlio è nelle mani del Padre, e noi siamo nelle mani del Figlio. E in queste mani, nulla va perduto.
Credi tu questo?
Da questo nasce una speranza nuova: la fede alimenta la speranza.
Qui allo Scoglio possiamo vivere un’esperienza di fede che ci insegna a guardare Maria più da vicino, ad avvertirne la presenza e accogliere il suo incoraggiamento, a seguire suo Figlio. Anche quando le prove e le difficoltà rendono più difficile il cammino. È questa la missione affidata a Fratel Cosimo: una missione che coinvolge non solo la sua esistenza, ma anche la nostra. La sua opera mariana ha bisogno della nostra collaborazione. Con lui sogniamo che questo luogo con l’edificazione del santuario, secondo il progetto da tempo presentato, sia per tutti un’oasi di pace, di riconciliazione e di preghiera. Un centro di irradiazione del Vangelo aperto a tutti, particolarmente a coloro che si sono allontanati dalla pratica religiosa.
Qui può accadere quanto raccontato nella I lettura tratta dagli Atti degli Apostoli: “Il sabato quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore”. Qui i fedeli possono venire numerosi, ascoltare e nutrirsi della Parola del Signore. Quella Parola, spesso rifiutata, come si legge negli Atti degli Apostoli, ma che se accolta diviene “pietra angolare”, lampada sui nostri passi, capace di rischiarare le tenebre dell’esistenza e della storia. Senza questa Parola, la vita inaridisce, resta nell’oscurità.
Con Maria, Vergine Immacolata nostra Signora dello Scoglio, donna dell’ascolto, impariamo ad ascoltare e a custodire la Parola di Dio.

Maria, nostra Signora dello Scoglio,
sempre attratti dal tuo materno volto,
a te ci rivolgiamo con affetto di figli,
Tu sei nostra madre
senza di Te non possiamo vivere,
la paura ci prende e l’ansia ci opprime.
Con Te restiamo uniti a Gesù,
a quel Figlio che hai tanto amato.
Con Te ritroviamo la forza di rialzarci,
di affrontare delusioni, sconfitte e fallimenti.
Con Te ritroviamo energie nuove per andare avanti
riconosciamo che la vita è dono dell’amore del Padre.
Accetta il nostro poco e la sincera confessione di volerti amare.
Aiutaci a trasmettere a tutti la gioia del Vangelo.
A te ci affidiamo, perché sei nostra madre
profondamente immersa nella nostra storia, partecipe del Mistero di amore della Trinità rendici capaci di affrontare la vita col coraggio della fede. Amen!

✠ Francesco Oliva