Madre del Divin Pastore, prega per noi

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Si è svolta ieri la festa in onore di Maria Santissima della Montagna di Polsi.
Qui di seguito uno stralcio dell’omelia del nostro vescovo monsignor Francesco Oliva

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Ci ritroviamo insieme a questo appuntamento annuale al Santuario di Polsi. Il mio saluto a tutte le Autorità presenti.

Carissimi fratelli e sorelle, cari confratelli nel sacerdozio,

grazie per essere qui a condividere la gioia del Signore. Radunati da Maria Madre del buon Pastore. A te, caro don Tonino, va la mia gratitudine per avere accettato il delicato compito di Superiore-rettore di Polsi che si aggiunge all’impegno parrocchiale in Ardore marina. Un servizio molto delicato, quello di rettore di un Santuario, che da secoli vede affluire tanti devoti. Qui carovane di devoti hanno portato le loro gioie e le loro speranze, i loro doni votivi, ma anche le ferite di una vita di stenti e sofferenze. Sappiamo che la sua storia ha origine alla fine del primo millennio sui ruderi di antichi monasteri, “veri e propri tabernacoli celesti” (E. D’Agostino), abitati dai monaci italo-greci, ove la tradizione popolare racconta di apparizioni, di misteriosi trasporti di statue, di ritrovamento di effigie sacre. Il nostro Santuario è sorto nel luogo in cui un pastorello ritrovò la Croce che ancora oggi veneriamo.

Al rettore don Tonino e ai suoi collaboratori chiedo di organizzare sempre meglio il servizio di accoglienza dei pellegrini, senza particolarismi e preferenze, migliorandone la qualità. I pellegrini meritano un’ospitalità degna di ogni rispetto. Pellegrino è il fedele che affronta un lungo viaggio che ha come meta il santuario, sottoponendosi alle difficoltà del percorso a piedi, spinto unicamente dalla fede e dal desiderio di vivere momenti di silenzio, di raccoglimento e preghiera. Qui a Polsi ai piedi della Madonna vengono tanti pellegrini in carovane. Ieri ho provato grande ammirazione vedendo tanti giovani arrivare stremati a piedi, tante famiglie con i loro piccoli in braccio. Mi son chiesto (e lascio a ciascuno la risposta): cosa può spingere dei giovani, uomini e donne, ad affrontare viaggi del genere? Venire a piedi a Polsi non è uno scherzo: mette a dura prova le resistenze fisiche. C’è chi durante il viaggio si sente male, s’infortuna. E più di uno ha avuto bisogno del soccorso della Croce Rossa. Ringrazio tutti i volontari del servizio e chiunque altro (in primo luogo le forze dell’ordine di ogni ordine e grado) per quanto hanno saputo fare nonostante i disagi del luogo impervio. Non tutti però quelli che vengono al santuario lo fanno con lo spirito giusto: alcuni sono spinti da altre ragioni (svago e divertimento, fare un weekend ed un pic-nic; pic-nic, interessi estranei, ecc.). Questi non sono pellegrini. Né tantomeno lo sono coloro che vengono per affari illeciti. A questi diciamo di restare a casa propria. Non è questo il luogo adatto…

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