Consegnato alla Diocesi un immobile confiscato alla criminalità organizzata

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Questo 25 ottobre 2016 è un giorno speciale per Africo e la nostra Chiesa diocesana. La presenza del signor Prefetto e di tante Autorità è segno di attenzione dello Stato verso questo paese, troppo spesso dimenticato. Ma soprattutto un segno di speranza. Penso di poter dire a ciascuno che con la concessione di questo bene alla Diocesi lo Stato manifesta la sua vicinanza e soprattutto vuole suscitare un risveglio di energie nuove ed una possibilità di rinascita morale. L’immobile che ci viene consegnato è un bene confiscato alla criminalità organizzata, ristrutturato con fondi POR/FESR, destinato alla realizzazione di un Centro di Aggregazione Giovanile. Esso sarà messo a disposizione dei ragazzi dell’oratorio e dei giovani, ma sarà utile anche come spazio di aggregazione sociale e di solidarietà. “Dal bene confiscato al bene comune” è questa la storia che vi si vuole scrivere. Il bene che ci viene consegnato torna ad essere patrimonio comune, destinato alla collettività per fini di utilità pubblica, di crescita civile. Nessuno può ritenersi defraudato in alcun modo. Il bene comune è un bene di tutti e di ciascuno, un bene che non impoverisce nessuno e che fa crescere la comunità. Africo deve sentirlo proprio, conservarlo e difenderlo. Chi distrugge un bene comune o lo deturpa è nemico di tutti. Commette un crimine contro la società. E se si riconosce cattolico commette peccato grave, offendendo Dio ed il prossimo. Accettando questo bene c’è la volontà da parte della Chiesa di offrire il proprio contributo alla crescita umana e civile. Chiedo ai fedeli di Africo di non restare prigionieri del proprio passato, continuando a ripeterne gli errori. Africo può e deve rinascere. Questo avverrà se lascerà dietro le sue spalle storie passate di misfatti e di vite spezzate, se si ribellerà all’arroganza mafiosa, se saprà alzare la voce contro ogni forma di violenza, se vincerà ogni forma di complicità e di silenzio omertoso. E’ questa la via maestra per rialzarsi e risorgere. ‘Risorgere’ è la parola giusta che desidero consegnare a ciascuno di voi. La comunità risorge, se avrà la capacità di guardare in alto, se persevera nella sua fede in Dio e nei santi Patroni (San Leo, Santissimo Salvatore), se da questa fede nasceranno relazioni nuove, basate sul rispetto, sulla giustizia e la carità. Pongo questo Centro che sta per nascere sotto la protezione di S. Leo e del Santissimo Salvatore, divenendo “Centro San Leo e del Santissimo Salvatore”. Chi vi opera lo fa in nome di questi Santi Patroni. Mi auguro di trovare in ogni fedele  una collaborazione fattiva, per poter pienamente rispondere all’imposto che oggi ci assumiamo: il Vescovo, il parroco e ciascun fedele della comunità parrocchiale.

Per la nostra chiesa diocesana, per tutta la comunità di Africo la concessione di questo bene confiscato è perciò una grande sfida. Anzitutto una sfida educativa: vogliamo che in questa struttura siano intraprese iniziative di formazione umana e spirituale. Una sfida sociale: questo bene può offrire opportunità di aggregazione sociale per tutta la comunità. E’ una sfida impegnativa per tutti e le difficoltà sicuramente non mancheranno. Ma sono certo che tutti ci si darà da fare in sinergia. C’è bisogno della collaborazione di tutti. Conto sulla collaborazione delle Autorità e delle forze dell’ordine. Ho sempre creduto che si combatte la mafia con l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura, togliendo linfa vitale alla mentalità che sottostà ad essa. In questa direzione conta molto l’impegno educativo e culturale che porta avanti la comunità parrocchiale, che non sarà lasciata sola. Da soli non si va da nessuna parte: non sono tanto i pionieri solitari a sconfiggere la mafia, quanto l’azione di popolo. Quanti più fedeli faranno il loro dovere quotidianamente, in silenzio, con tenacia e costanza, tanto più forte sarà la lotta contro il male. E’ questo che mi aspetto dai fedeli che frequentano la Chiesa di Africo. Non abbiate paura di quelli che alzano la voce e vogliono farsi ragione in ogni modo. Né piegate la testa agli arroganti ed ai prepotenti.

Un sentito ringraziamento al Signor Prefetto, per aver voluto presenziare alla cerimonia di consegna di questo bene alla nostra chiesa. E’ un segno di fiducia ed uno stimolo per tutti ad andare avanti con impegno ed onestà, sapendo che non siamo soli. Grazie ai Commissari Prefettizi che hanno lavorato, in modo da adeguare la struttura alle nuove esigenze. Grazie alle maestranze per il lavoro di restauro fatto. Un grazie ed un saluto a tutte le altre Autorità civili e militari che sono intervenute e che hanno preso a cuore questa iniziativa.

La consegna è un primo passo. Non rimane che iniziare a lavorare. Per il bene della comunità di Africo. Nessuno può fare al nostro posto quello che ciascuno è chiamato a fare. Conto molto sulla collaborazione della parrocchia e dei suoi operatori e volontari. Non sarete lasciate soli. Cogliamo questo evento come opportunità di sviluppo e segno di speranza. E’ un capitolo nuovo che si apre oggi per questa comunità.

Grazie al parroco P. Giuseppe, al diacono Berto ed ai padri Gaetanini. A tutti la mia gratitudine per l’opera pastorale portata avanti in tanti anni, pur in condizioni di gande difficoltà. Continuate a fare ogni cosa con saggezza e amore.

A tutti va la mia vicinanza, specialmente agli anziani e ai sofferenti. E ai più giovani l’augurio di un futuro migliore.

Locri, 25 ottobre 2016f