Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha suddiviso i luoghi sacri, non in maggiori e minori, ma in Santuari Mariani e quelli dedicati ai Santi e Beati riconosciuti dalla pietà popolare e confermati dall’autorità ecclesiale (Cfr. G. Aceto, Classificazione e Decreti dei Santuari Calabresi, Città del Vaticano, Lev, 20022, pp. 128-132). Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).

La catalogazione e la ricognizione è curata dalla professoressa Giustina Aceto, docente per I Santuari Mariani presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum (Roma) e referente per la Pontificia Academia Mariana Internationalis (https://www.pami.info/santuari-censimento/) per la ricerca santuariale.
Santuari Diocesani con personalità giuridica
I Santuari della Beata Vergine Maria del Divin Pastore di Polsi di San Luca, di Maria SS.ma di Monte Stella di Pazzano e dei Santi Medici Cosma e Damiano di Riace, godono di personalità giuridica e sono retti da un rettore nominato dall’Ordinario diocesano e da particolari statuti, mentre per gli altri luoghi di culto, quando non altrimenti stabilito, è il parroco locale a fungere da Rettore.
Beata Vergine Maria del Divin Pastore
📌 Contrada Polsi – 89030 San Luca (RC)

Il Santuario della Madonna di Polsi o comunemente conosciuto come della Madonna della Montagna è situato nella frazione di Polsi nel comune di San Luca ed è incastonato tra le montagne nel cuore dell’Aspromonte ai piedi delle cime del Montalto.
La festa della Madonna di Polsi è celebrata dal 31 agosto al 2 settembre, preceduta da un novenario, con grande affluenza di fedeli pellegrini provenienti da tutta la Calabria e dalla Sicilia. È un luogo affascinante di incontro con il Signore, ove si esprime una fede “popolare”, semplice e spontanea. Le celebrazioni eucaristiche sono allietate con canti e tarantelle popolari.
Sull’altare del luogo sacro è posta la statua della Madonna con bambino in pietra tufacea scolpita a tutto tondo da maestranze siciliane o napoletane. In segno di devozione e gratitudine i genitori di bambini, scampati a gravi malattie, spogliano i loro figli sull’altare della sacra effigie.
Durante la vigilia della festa molti devoti dormono nel Santuario secondo il rito dell’«incubatio».
Nel 1994 mons. GianCarlo Bregantini ha stabilito che l’incoronazione della statua tufacea della Madonna e del bambino venisse celebrato ogni 25 anni, anziché ogni 50 anni.
Altre occasioni festive: 14 settembre festa dell’Esaltazione della Croce.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa della Beata Vergine Maria del Divin Pastore con il titolo di “Santuario Mariano”, con personalità giuridica e con statuto diocesano. Il 9 febbraio 2004 il Santuario Diocesano di Polsi è stato aggregato alla patriarcale basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. I pellegrini che, devotamente, si recano al luogo di culto possono lucrare l’indulgenza plenaria nelle seguenti circostanze: – 5 agosto, festa della titolare della basilica liberiana; – il giorno della festa principale del santuario; – in tutte le solennità della Beata Vergine Maria; – in un giorno qualsiasi dell’anno, a libera scelta di ciascun fedele; – ogni qualvolta si giunge al Santuario in pellegrinaggio.
Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
Il Santuario dispone di una casa per ferie ed esercizi spirituali, accoglienza per gruppi e famiglie e di un museo.
Maria Santissima di Monte Stella
📌 Località Montestella – 89040 Pazzano (RC)

L’eremo-santuario Maria SS.ma della Stella è situato sulle pendici del Coccumella o Monte Stella, sovrasta l’immenso scenario dello Stilaro, e dista nove chilometri da Pazzano. Il complesso dell’eremo è costituito dalla grotta, dalla piccola chiesa di inizio secolo e dal conventino del 1700. All’interno è stata rinvenuta la primitiva cappella, riscoperta nel 2008, ed è stata posta l’icona della “Dormitio Virginis” o della “Kimesis” proveniente dall’Athos e donata dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I nella sua visita al luogo sacro nel 2001.
Tramite una rampa di 62 gradini si scende nell’interno di una grotta naturale, la più grande della Vallata dello Stilaro. In grotte eremitiche come questa si stabilirono i primi anacoreti e monaci dove vissero in contemplazione e nella più severa ascesi. All’imbocco della grotta, in alto, domina un affresco denominato “Comunione di Santa Maria Egiziaca da parte di San Zosimo”. Vi sono altri dipinti: la “SS.ma Trinità o Trono di Pietà”, “l’Arcangelo Michele”, “l’Adorazione dei pastori e la Pietà”. In una nicchia della grotta, sopra un altare barocco in marmo locale, è posta la scultura della Madonna della Stella, probabilmente opera di «bottega messinese». Salendo al conventino e alla chiesetta superiore è situata un’analoga raffigurazione su tela di Maria definito “Donna dell’Apocalisse”. Questa immagine viene portata dai fedeli in processione nella notte tra il 14 e 15 agosto. Uscendo dalla grotta-santuario fiancheggiano il campestre sentiero le stazioni di una moderna “Via Lucis”, con icone in stile orientale, realizzate da un laboratorio diocesano di suore e benedette il 14 agosto 2013, Anno della Fede, da mons. Giuseppe Fiorini Morosini.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Maria SS.ma di Monte Stella con il titolo di “Santuario Mariano”, con personalità giuridica e con statuto diocesano. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale si svolge dal 12-15 agosto. Il Santuario eremo dispone di un convento, e casa religiosa d’ospitalità “La Vetta”.
Santi Medici Cosma e Damiano
📌 Contrada San Cosimo – 89040 Riace (RC)

Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa dei Santi Medici Cosma e Damiano con il titolo di “Santuario Diocesano”, con personalità giuridica e con statuto diocesano. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa). La festa dei Santi Medici Cosimo e Damiano, patroni di Riace, si svolge dal 25 al 27 settembre, preceduta da un novenario. Nel pomeriggio del 24, i devoti in processione portano, dal Santuario alla chiesa Matrice di Santa Maria Assunta nel centro di Riace, le reliquie dei Santi, contenute in una teca a forma di avambraccio destro. Segue la celebrazione eucaristica, con la benedizione dei bambini. Sull’altare maggiore della chiesa Matrice sono collocate le statue dei Santi Medici. Giorno 25 moltissimi pellegrini arrivano nel sacro luogo per ringraziare o avere una grazia dai Santi; tanti, dopo aver camminato per ore, seguono la messa e il rito dell’«incubatio». Trascorrono la notte, recitando preghiere ed intonando canti popolari. La chiesa viene addobbata con il cosiddetto «paratu», decorazioni in stoffa e carta, dai colori vivacissimi, che vengono appese ai muri, formando un gioco di archi e colonne. Il 26 mattina, dalla chiesa Matrice muove una grande folla in processione che porta trionfalmente le statue dei gloriosissimi Santi Medici al Santuario diocesano, che dista circa tre chilometri dal centro abitato. I Rom, provenienti da tutta la Calabria, dinanzi le statue, danno vita ad uno ballo processionale che rappresenta uno spettacolo unico e suggestivo. In tarda sera, veglia di preghiera. Il 27 sera, processione di rientro delle statue nella chiesa Matrice, oltre che diverse tele ottocentesche che un tempo ornavano gli altari laterali dell’antico tempio degli Anargiri.
Santuari Mariani Diocesani
Maria Santissima di Pugliano
📌 Piazza Pugliano – 89032 Bianco (RC)

La Chiesa di Maria Santissima di Pugliano sorge nel centro cittadino di Bianco. L’edificio, orientato ad ovest, è posizionato in modo decentrato rispetto alla piazza antistante, che ne assume anche la denominazione. La facciata della chiesa in stile neobarocco è scandita in verticale da due ordini di paraste; quello inferiore è concluso in alto da capitelli di ordine ionico e da un cornicione aggettante, mentre l’ordine superiore, interrotto dal cornicione sommitale, prosegue al di sopra di quest’ultimo, creando il basamento ai due pinnacoli laterali e alle volute del campanile a vela. L’asse centrale del prospetto è contraddistinto dal portale di ingresso, di forma rettangolare, compreso tra due lesene poste ad angolo e a sostegno della trabeazione, da una bucatura a tutto sesto sormontata da un archivolto e dal campanile a vela. L’interno è a navata unica con copertura a tetto e capriate lignee a vista e conclusa da abside semicircolare con copertura a volta. In controfacciata è presente la balconata della cantoria sorretta da due colonne in muratura. Sono presenti decorazioni in stucco sulle pareti della navata, sulla balconata della cantoria e sul catino absidale (https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/16449/Chiesa+di+Maria+Santissima+di+Pugliano).
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Maria Santissima di Pugliano con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
Santuario di Mamma Nostra nella parrocchia di Giovanni Battista Decollato
📌 Via Duomo, 38 – 89040 Bivongi (RC)

Il culto di Mamma Nostra nel paese di Bivongi è legato ad un quadro e una statua che raffigurano Maria Santissima Mamma Nostra. La tavola con l’immagine della Madonna col bambino in braccio, un manoscritto del’700 attribuisce il dipinto a Mariangiola De Matteis figlia del pittore napoletano Paolo De Matteis (1662-1728), è conservato nella cappella della parrocchia di san Giovanni Battista Decollato di Bivongi. Nei giorni della festa e per tutto il periodo della novena è esposto su un baldacchino allestito in alto alle spalle dell’altare maggiore. Esso è arrivato a Bivongi in occasione di una missione popolare ad opera di Padre Giuseppe Cretari al quale la Madonna avrebbe chiesto di voler rimanere nella chiesa di Bivongi e di essere venerata sotto il titolo di “Mamma Nostra”. La statua lignea è composta da due parti. L’immagine della Madonna col Bambino fu commissionata dai Bivongesi tra il 1720 e il 1730 a Napoli. La base della sacra effigie fu realizzata intorno al 1860 dallo scultore Michele Barillari di Serra San Bruno. È collocata al termine della navata sinistra del santuario, poco distante dalla cappella, in una struttura adibita.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Mamma Nostra con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale, con grande affluenza di pellegrini, si svolge la seconda domenica di settembre. Il 5 febbraio viene celebrata la solennità a ricordo del terremoto del 1783. Secondo la leggenda, la Vergine Mamma Nostra avrebbe salvato il popolo di Bivongi dal terribile flagello senza nessuna vittima. La ricorrenza è preceduta da un novenario animato da una serie di preghiere e canti popolari. Questo è annunciato all’alba del suo primo giorno con lo sparo di mortaretti nella Vallata dello Stilaro. La statua della Vergine è portata in processione per le vie del paese dai pellegrini provenienti dai paesi limitrofi.
Madonna della Grotta
📌 presso la chiesa dello Spirito Santo in Bombile di Ardore
Piazza Vittorio Emanuele – 89034 Bombile di Ardore (RC)

Il Santuario della Madonna della Grotta, costruito nel XVI secolo in una grotta di circa 100 mq, incastonato nella montagna di tufo dell’Aspromonte, è stato distrutto da un’immane frana il 28 maggio 2004. Il crollo ha completamente raso a suolo la chiesa, lo spazio antistante il Santuario e le grotte secondarie. Non è andata abbattuta, anche se gravemente compromessa, la scalinata di accesso in cemento (142 gradini), costruita durante il vescovato di mons. Michele Alberto Arduino, dalla quale molti fedeli scendevano in ginocchio. Sono rimasti integri soltanto la zona absidale del luogo sacro, con l’altare marmoreo del 1749, e la statua della Madonna della Grotta della scuola di Antonello Gagini (datata 1509). La sacra effigie, in attesa di una possibile ricostruzione del luogo sacro, è collocata nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, diventata così il nuovo luogo di culto e meta di pellegrinaggi. Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa della Madonna della Grotta con il titolo di “Santuario Mariano”, con personalità giuridica. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa). La festa principale, preceduta dalla novena, fu inizialmente celebrata con una grande fiera il 5 maggio, poi fu slittata al 3 maggio. Dal 1° maggio, fino a qualche decennio fa, arrivavano a Bombile i pellegrini, che si accampavano nei pressi della grotta, fino al giorno della festa. Memoria di questo evento “stanziale” è il grande pellegrinaggio interdiocesano che si svolge il 1° maggio, che vede giungere – soprattutto a piedi – migliaia di fedeli a Bombile. Il 1° maggio del 2009, in occasione del V centenario della statua, è stata celebrata l’incoronazione del simulacro della Vergine.
Per tutto il mese di maggio e ottobre, soprattutto nelle domeniche, si svolgono pellegrinaggi con un grande concorso di fedeli provenienti da tutta la Calabria.

Santa Maria della Catena
📌 Strada Comunale Bruzzano Ferruzzano – 89030 Bruzzano Zeffirio (RC)
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Santa Maria della Catena con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale è celebrata la prima domenica di settembre.
Santa Maria delle Grazie
📌 Via Contrada Madonna delle Grazie – 89030 Caraffa del Bianco

Il luogo di culto è situato alle pendici del centro abitato di Caraffa del Bianco, nell’entroterra della costa jonica reggina, ed è immerso nella quiete della verde campagna caraffarese. In origine era una piccola chiesa rurale, fondata nel secondo quarto del seicento dalla nobile famiglia Cerrati. L’8 settembre 1994 la chiesa fu quasi completamente distrutta, a seguito di un incendio. Sotto l’episcopato di mons. Giancarlo Bregantini vescovo di Locri Gerace iniziarono i lavori di ricostruzione (1996-2000) come attesta un’epigrafe posta all’ingresso dell’edificio. Il nuovo luogo sacro è stato realizzato dai progettisti architetto Rosa Minnici e l’ingegnere Paolo Alataci. Al suo interno è custodita la statua in marmo della Madonna con Bambino, opera di un ignoto scultore dell’Italia meridionale e commissionata da Iacobo Votano, nel 1622. Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Santa Maria delle Grazie con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa). La festa principale è celebrata il 2 luglio, preceduta da un solenne novenario.
Nome Santissimo di Maria
📌 Contrada Crochi – 89040 Caulonia (RC)

Il luogo di culto dedicato al Nome Santissimo di Maria, dove si venera l’immagine della Vergine sotto il titolo “Santa Maria di Crochi”, è nella frazione Crochi di Caulonia, sulla sponda destra della fiumara Amusa.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa del Nome SS.mo di Maria con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale si svolge la seconda domenica di settembre ed unisce oltre al culto per la Madonna un forte senso folcloristico. Nella fiera-mercato primeggiano i prodotti tipici calabresi. Caratteristica è la sagra della carne di capra e negli ultimi anni si è aggiunta quella della “caddara con le sue frittole” e le salsicce vendute crude o cotte alla brace. La notte del sabato è allietata con i suggestivi fuochi pirotecnici e la “ballata del ciuccio”. Sino a metà degli anni sessanta, la sera della vigilia, le persone provenienti dalle zone Scrongi”, “Fratelleri”, “Tre Donne”, “Pittella” e “Sorgente”, accendevano dei falò sulle sponde della fiumara Amusa.

Santa Maria delle Grazie
📌 Via delle Rimembranze, 5 – 89042 Gioiosa Jonica (RC)
La costruzione del luogo di culto risale al XVII secolo, quando fu eretto come piccolo oratorio per accogliere un’immagine di Santa Maria delle Grazie.
Nella notte tra l’8 e il 9 aprile 1973 il Santuario fu colpito da un incendio. Con il tempo, grazie al crescente afflusso di fedeli e alla devozione popolare, il luogo di culto fu ampliato e abbellito, assumendo l’aspetto attuale.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Santa Maria delle Grazie con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale è celebrata la seconda domenica di luglio.
Nostra Signora dello Scoglio
📌 Santa Domenica di Placanica – 89030 Reggio Calabria (RC)

L’11 maggio del 1968 Cosimo Fragomeni, nato il 27 gennaio 1950, conosciuto come “Fratel Cosimo” ebbe la prima apparizione della Madonna. Lo “Scoglio”, la roccia attigua alla casa natale di Fratel Cosimo, luogo delle apparizioni è oggi meta del popolo di Dio, a gruppi e singolarmente per pregare la Vergine Santissima. Il flusso di gente è andato via via crescendo, per cui oggi, centinaia di migliaia di persone, da ogni regione d’Italia e dall’estero, giungono al luogo Santo. Da qui l’esigenza di realizzare un grande Santuario, che può accogliere il pellegrinaggio di oltre 50.000 fedeli.
Il 7 dicembre 2008, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri-Gerace, con decreto n. 34 del 07.12.2008, ha stabilito che la realtà religiosa “Madonna dello Scoglio” è posta sotto la cura pastorale del Vescovo di Locri-Gerace.
L’11 febbraio 2016, mons. Francesco Oliva ha elevato il luogo sacro a Santuario Diocesano con il titolo “Nostra Signora dello Scoglio”.
Il 16 luglio 2024, nel giorno dedicato alla memoria della Beata Vergine Maria del Carmelo, alla luce delle Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali (17 maggio 2024), la Chiesa riconosce ufficialmente il valore spirituale e pastorale dell’esperienza dello Scoglio. Con decreto del 5 luglio 2024, emesso dal Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, S.E. Card. Víctor Manuel Fernández, approvato direttamente da papa Francesco, viene concesso il Nihil obstat, che rappresenta il livello più alto di riconoscimento di un fenomeno religioso. Il Nihil obstat consente di «apprezzare il valore pastorale e promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale, anche mediante eventuali pellegrinaggi» (Norme, n. 17), raduni ed incontri di preghiera. I fedeli «sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione» (Norme, art. 22, §1).
La vita del Santuario Diocesano è permeata da molti momenti di preghiera e di raccoglimento. L’11 febbraio si celebra la Giornata Mondiale del Malato. La festa principale si svolge l’11 maggio in ricordo della prima apparizione, con un ricco e solenne programma liturgico presieduto dal Vescovo.
🔗 La pagina dedicata sul Catalogo generale dei Beni Culturali
Nostra Signora di Prestarona
📌 Contrada Praca, 21-47 – 89040 Prestarona Canolo (RC)

Le notizie storiche sul Santuario di Nostra Signora di Prestarona sono riportate in una pergamena del 1507 conservata nell’archivio capitolare di Gerace. Nel documento risulta che i monaci italo-greci di san Filippo d’Argirò, già prima dell’anno 1000, possedevano la chiesa di Nostra Signora di Prestarona, sita nella omonima vallata. Ogni martedì del mese rendevano lode alla Madonna, venerata in un quadro raffigurante “Nostra Dama con Gesù in Braza”. Le monete, che i re normanni fecero coniare nella zecca di Mileto, recavano l’effigie di detta “Madonna col Bambino”. La “Grangia di Prestarona” si accentrava attorno ad una Madonna che prendeva il nome dalle numerose colombe che popolavano la zona e, soprattutto, l’acrocoro di “Chau”, la “Madonna Tòn Peristeròn, delle colombe”. Il nome “Prestarona” deriva, dunque, dal greco “Prestaronas” che vuol dire colomba.
Il Santuario moderno si è sviluppato intorno alle costruzioni bizantine che, nel corso dei secoli, hanno subito vari rimaneggiamenti. Alla chiesetta è annesso un conventino nel quale ha abitato per secoli, dopo la partenza dei Basiliani, un eremita. Originariamente nella chiesetta si venerava un’icona poi scomparsa, al suo posto venne collocato sull’altare maggiore il grande quadro raffigurante la “Vergine con san Filippo e san Jejunio”, che adornava la volta del soffitto. Nel 1859 Caterina Frascà donò al Santuario la bella statua lignea opera dello scultore Rocco Larussa di Villa San Giovanni.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Nostra Signora di Prestarona con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale è celebrata la prima domenica dopo Pasqua. I festeggiamenti iniziano con il triduo in onore di Nostra Signora di Prestarona, detta anche “Madonna delle Colombe”. Dopo la celebrazione eucaristica la statua della Vergine viene portata in processione per tutta la vallata, seguita dai pellegrini che l’accompagnano con canti e preghiere.
Santa Maria delle Grazie
📌 Strada Comunale Onofrio, 3 – 89047 Roccella Jonica (RC)

Secondo la tradizione, l’origine del luogo sacro risale al 1545, quando il capitano palermitano Onofrio Buscemi trovandosi in mare, venne sorpreso da una violenta tempesta e con l’equipaggio fece voto alla Vergine di edificare in suo onore una chiesa, nel punto in cui, fosse approdato in salvo. Il Buscemi trovò il luogo adatto ed edificò un Santuario e vi pose, a devozione, un artistico quadro raffigurante la “Madonna delle Grazie e il salvataggio miracoloso”. Da allora la devozione alla Madonna delle Grazie si diffuse in tutta la Calabria.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Santa Maria delle Grazie con il titolo di “Santuario Mariano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale, preceduta da un novenario, si svolge la prima domenica di luglio. Molto caratteristica e suggestiva è la tradizionale processione a mare. Sulla imbarcazione più grande viene posta la statua lignea della Vergine, opera ottocentesca scolpita a tutto tondo dell’artista Antonio Spina di Mammola (1826-1884), mentre una piccola flotta di natanti. La Madonna delle Grazie è la Patrona di Roccella Jonica e dei pescatori roccellesi, i quali – in segno di devozione – portano a spalla la statua a piedi nudi e nella loro caratteristica divisa. Tradizionale, quanto spettacolare, la consuetudine di concludere le tre processioni percorrendo gli ultimi metri di corsa ed alzando, infine, al cielo la sacra effigie per tre volte al grido di “Viva Maria”.
Maria Santissima delle Grazie
📌 Via Largo delle Grazie – 89040 San Giovanni di Gerace (RC)

Le origini del Santuario risalgono al 13 dicembre 1649, quando fu costruito un tempietto dedicato alla Madonna delle Grazie e sono legate ad un giovane, Domenico Teotino, appartenente ad una devota famiglia del luogo. Indossato un ruvido saio da frate, il giovane eremita si chiuse in una cella della chiesa rurale di san Pietro e preparò i suoi concittadini al culto della Madonna delle Grazie. Nel 1829 in seguito ad un grave movimento franoso, miracolosamente, risparmiò l’effigie del simulacro rappresentato dalla Vergine col Bambino circondata da angeli, opera dello scultore romano Bernardo Valentini (1760). Nel 1904 fu inaugurato il nuovo Santuario.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Maria SS.ma delle Grazie con il titolo di “Santuario Mariano”, dove si venera l’immagine della Vergine sotto il titolo di “Santa Maria delle Grazie”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale è celebrata la terza domenica di settembre. Altre occasioni festive: 16 luglio.
Santuari Diocesani
Santissimo Crocifisso
📌 Via Vittorio Emanuele III, 27 – 89043 Grotteria (RC)

Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto «la Chiesa sotto il titolo di Santissimo Crocifisso, in Grotteria, nella Chiesa propria, meta di pellegrinaggi, specialmente nei venerdì del mese di marzo, da tutta la vallata del Torbido, dove “ab immemorabili” è praticato tale culto, profondamente sentito», nei Santuari dedicati ai Santi, con il titolo di “Santuario Diocesano”.
Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
San Leo
📌 Contrada “Mingioia” – 89030 Africo Vecchio (RC)

Il culto e l’iconografia dei santi italo-greci nell’area reggina durante la Controriforma rivestì un aspetto molto interessante per la presenza di monasteri greci e, di conseguenza, di una cultura più impregnata di grecità; del resto come la storiografia ha più volte evidenziato, l’area meridionale della regione rispetto a quella settentrionale è sempre stata ritenuta più legata alla conservazione, e dunque alla tradizione verso il rito greco e la permanenza di stilemi formali legati all’arte bizantina. Il Santo, eremita del luogo, le cui reliquie si venerano nell’Aspromonte ionico reggino – a Bova e ad Africo, molto presente nella devozione religiosa locale, soprattutto in occasione della processione annuale (che puntualmente raccoglie, con gran tripudio, una folta partecipazione di fedeli), si erge su un’urna in legno policromo argentato e decorato a pastiglia ed è realizzato in argento fuso, sbalzato e cesellato (Cfr. F. De Chirico, Introduzione in, Faenza Pasquale, Del santo padre nostro Leone di Africo: storie di un monaco, di una reliquia e di un reliquiario, Reggio Calabria, Iiriti, 2014, p. 12).
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di san Leo «dove si venera una statua marmorea del medesimo santo, eremita basiliano (1635)», con il titolo di “Santuario Diocesano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa si celebra il 12 maggio.
San Rocco
📌 Largo V Martiri di Gerace, 2 – 89042 Gioiosa Ionica (RC)

Il Santuario di san Rocco fu costruito probabilmente alla fine del sec. XVI. Di questo periodo si conserva una campana datata 1593 e una breve iscrizione posta sulla conchiglia dell’acqua santa della porta laterale da «P(aulus) Fuda Parochus S.ae Catharinae – 1635». Con bolla del 24 dicembre 1829 la chiesa fu elevata a parrocchia da mons. Giuseppe Maria Pellicano, vescovo di Gerace e consacrata da mons. Luigi Maria Perrone il 24 maggio 1840. Con breve pontificio del 28 marzo 1775 san Rocco fu proclamato Patrono principale di Gioiosa Jonica in sostituzione di santa Caterina d’Alessandria.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di san Rocco con il titolo di “Santuario Diocesano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
Il Santo è festeggiato con grande concorso di pellegrini due volte: il 27 gennaio in ricordo della Sudorazione della statua e l’intercessione di san Rocco durante il terremoto che risparmiò la città di Gioiosa nel 1852, e l’ultima domenica di agosto sua festa patronale.
🔗 La pagina Facebook del Comitato Festa
San Nicodemo
📌 Monte Limina – 89045 Mammola (RC)

Il Santuario di san Nicodemo è situato sull’altopiano della Kellerana o Limina a 12 chilometri da Mammola, nel territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte. In questo luogo il Santo visse insieme ad altri monaci. San Nicodemo di Mammola fu un monaco italo-greco nato in Calabria nel X secolo d.C. e osservante la liturgia bizantina. Nel 1501 le Sue reliquie furono traslate a Mammola nella Grangia di san Biagio e successivamente nella chiesa matrice, in un’urna di bronzo, nella cappella di san Nicodemo. Nel 1638 fu proclamato Patrono di Mammola.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di San Nicodemo con il titolo di “Santuario Diocesano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
Tre sono le feste che si celebrano in Suo onore. Il 12 marzo, in ricordo della morte di san Nicodemo, si svolge la festa Patronale nella chiesa parrocchiale di san Nicola di Mammola; la domenica successiva all’11 maggio si commemora la festa presso il Santuario del Kellarana e la prima domenica di settembre con grandi festeggiamenti a Mammola in ricordo della traslazione delle reliquie, portando in processione il busto dorato all’interno del quale è conservato il cranio del Santo. Molti pellegrini raggiungono a piedi il luogo sacro attraverso l’antico sentiero della “Seja”, che collegava anticamente la zona Jonica con quella Tirrenica.
San Giovanni Therestis
Piazza San Giovanni Therestis, 1 – 89049 Stilo (RC)

Il luogo sacro di san Giovanni Theresti è dedicato al santo italo-greco di origini stilesi vissuto tra il X e XI secolo. La costruzione della chiesa e del complesso monastico annesso risale al 1625 per volontà dai Paolotti, i Frati Minimi di san Francesco di Paola.
Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di san Giovanni Theristis con il titolo di “Santuario Diocesano”. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 – Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 – 1. Premessa).
La festa principale è celebrata l’8 dicembre; Giovedì, Venerdì e Sabato Santo. Altre occasioni festive: 6 gennaio fiera del battesimo e processione del bambinello; 24 giugno: Solennità san Giovanni Battista.
Molto sentite sono le manifestazioni che si svolgono nella Settimana Santa nel Santuario di san Giovanni Theresti a Stilo. Il Giovedì Santo dal santuario di san Giovanni si svolge per le vie del paese la Processione votiva delle Croci, penitenti con pesanti croci sulle spalle, in notturna. Il Venerdì Santo dopo la processione dell’Addolorata, in serata, nel luogo di culto di san Giovanni iniziano le “Tre ore d’agonia” consistenti in tre ore di preghiera innanzi al Crocefisso, sistemato sull’altare maggiore, con intervalli di musiche e canti. Si conclude con la “Deposizione dalla Croce”, da parte di sei rappresentanti del popolo. Il giorno dopo, Sabato Santo, nella mattinata si svolge la processione del Cristo Morto nel cosiddetto “Monumentu”, un particolare baldacchino adorno di veli, velluti, fiori e graziose figure angeliche. A tale processione partecipano gli abitanti di Stilo, che recano in mano i “gucciadati”, ciambelle di pane, benedetto il pomeriggio del Giovedì Santo, appese su croci di canna. Guidano la processione i componenti dell’Arciconfraternita dell’Immacolata e di San Pietro in abito caratteristico. Molto suggestiva è la rappresentazione dell’opera sacra intitolata “il Mortorio”, ovvero Passione e morte di Cristo, curata dalle persone di Stilo.