Una straordinaria giornata di fede per la cura e la salvaguardia del creato, al santuario dello scoglio

postato in: Senza categoria | 0

Una giornata straordinaria di preghiera e di intensa spiritualità, quella dell’otto novembre, al santuario della Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio, indetta per la salvaguardia e la cura del creato, che è stata presieduta da fra Umberto Papaleo, l’assistente spirituale e confessore del luogo. Molto intensi i vari momenti che hanno registrato la partecipazione di migliaia di persone, provenienti da varie regioni italiane, del centro e nord Italia. Prima della conclusione della seguitissima cerimonia, il coordinatore del santuario, il dott. Giuseppe Cavallo, ha letto il cantico dei cantici in lingua originale, con un sottofondo musicale del professore Luigi Stillitano, che con il coro di Stilo, dei santi Giorgio martire e san Biagio vescovo ha, magnificamente animato, la celebrazione eucaristica. Illuminante e straordinaria l’omelia di padre Umberto, un oratore come pochi, e molto profonda e toccante l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, che qui di seguito riportiamo: Cari fratelli e sorelle, a tutti voi rivolgo un saluto di pace e di ogni bene in Cristo Gesù il Signore. Oggi come ne siete già al corrente, celebriamo la giornata di preghiera per la salvaguardia del creato. E nel fare riferimento al creato, la Parola di Dio richiama la nostra attenzione su quanto sta scritto nella Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani cap. 8 v. 22: “Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto”. Quanto dichiara la Parola di Dio nella lettera ai Romani, al giorno d’oggi lo costatiamo davvero, perché tutta la natura, creazione e opera di Dio, soffre e geme proprio come nelle doglie del parto, e perché succede questo? Questo succede per lo più a causa dell’uomo per vari motivi, vedi per esempio i tanti incendi dolosi, che si ripetono di anno in anno, come pure gli inquinamenti causati il più delle volte dalla mano dell’uomo, per la sua disattenzione, indifferenza e insensibilità. Tutta la creazione è opera mirabile di Dio, e come tale l’uomo dovrebbe rispettarla, salvaguardarla, e non calpestarla, deturparla e distruggerla. Ogni qualvolta l’uomo si comporta così, oltraggiando il creato, offende Dio, il Creatore, perché tutto l’universo è opera delle sue mani. E noi siamo chiamati a rispettare e custodire la natura. Francesco d’Assisi la amava talmente che non poteva fare a meno di vivere in stretto rapporto con essa. Tutti i Santi se vogliamo, in ogni epoca hanno sempre amato e rispettato la creazione come dono di Dio dato all’uomo, quale casa comune e temporanea sulla terra, per vivere in piena armonia. Ora, con queste esortazioni vogliamo volgere la nostra attenzione al Vangelo di Giovanni cap. 2 dal versetto 18 al 21: “Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: Quale segno ci mostri per fare queste cose? Rispose loro Gesù: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo”. Sorelle e fratelli che mi ascoltate, abbiamo appreso dal Vangelo di S. Giovanni che gli increduli Giudei chiesero a Gesù un segno, cioè, una prova che dimostrasse loro che Egli era veramente il Cristo venuto da Dio. A questo punto Gesù non dà il segno richiesto dai Giudei, ma risponde dicendo loro: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. I Giudei praticamente, non avevano purtroppo intuito il vero senso delle parole di Gesù, perché essi erano più interessati alle cose materiali anziché a quelle spirituali. Loro pensarono subito al tempio di Gerusalemme, per il quale c’erano voluti ben quarantasei anni per edificarlo. Quindi non riuscivano ad accettare assolutamente l’idea che un uomo fosse in grado di ricostruirlo in soli tre giorni. Gesù però non faceva riferimento al tempio fatto di pietre e costruito da mano d’uomo, come pensavano i Giudei, ma parlava del tempio del suo corpo, pienezza di grazia e allo stesso tempo potenza di Dio. Forse mi viene da pensare che neanche i discepoli che seguivano Gesù, in un primo momento si erano resi conto, non avevano compreso il significato delle sue parole, ma lo compresero più tardi, e cioè quando Gesù venne crocifisso e poi risuscitato dai morti. E’ stato direi proprio in quel momento che essi furono illuminati dalla luce della risurrezione, e subito si ricordarono che Egli aveva detto che sarebbe risorto dopo tre giorni. Le parole di Gesù si sono avverate, e nel terzo giorno della sua morte avvenne la risurrezione. Quindi, passati i tormenti della sua passione, Gesù per opera dello Spirito Santo di Dio risuscitò dal sepolcro, sconfisse la morte, il diavolo e il peccato. Leggiamo nel Vangelo di Luca al cap. 24: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”. Miei cari nel Signore, noi che ci professiamo cristiani, dobbiamo credere davvero che Gesù Cristo è risuscitato, come ci dicono le scritture e la testimonianza degli apostoli. Afferma l’Apostolo San Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi: “Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza”. Come abbiamo già udito dal Vangelo, Gesù, nel pronunciare le parole: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”, alludeva al tempio del suo corpo, mentre l’apostolo S. Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi, vuole richiamare la nostra attenzione facendo riferimento al nostro corpo dicendo: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”. Care sorelle e cari fratelli, la Parola di Dio ci rivela nella lettera di Paolo che ciascuno di noi è tempio di Dio, e che lo Spirito Santo abita dentro di noi. Perciò dobbiamo stare attenti, essere vigilanti a non inquinare il tempio di Dio col peccato, perché il peccato contrista lo Spirito Santo che abita in noi, ma dobbiamo cercare di vivere con costanza nella grazia di Dio. Quindi, essendo noi abitati dallo Spirito Santo, anche il nostro corpo, come tempio di Dio è santo, e sapete perché? E’ semplice se riusciamo a comprenderlo, perché viene santificato dallo Spirito. Sforziamoci dunque, di vivere in santità di vita, glorificando Dio, nostro Creatore, il quale ci esorta nel Libro del levitico dell’Antico Testamento al cap. 19 v. 2: “Siate santi come io sono Santo”. Questo tempo di grazia, in cui stiamo vivendo l’anno santo giubilare della speranza, è un tempo particolare, un tempo favorevole che ci aiuta a santificarci, riconciliandoci con Dio e con i fratelli e ricevendo il sacramento del perdono. Tutti, indistintamente, siamo chiamati alla santità cristiana, perché siamo stati fatti per il Paradiso. E possiamo ripetere con Sant’Agostino: “Ci hai fatti per te Signore, e il nostro cuore è inquieto finché in te non riposa”. Aspiriamo dunque alla santità.  L’Immacolata Vergine Maria, Nostra Signora dello Scoglio, che ha creduto nella risurrezione del suo Figlio Gesù, ci sostenga e rafforzi la nostra fede, affinché al termine del nostro pellegrinaggio, andremo ad abitare per sempre nella casa del Padre. Dite Amen. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.”