Messaggio Pasquale del Vescovo: una Chiesa che si rinnova nella speranza

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Cari Sacerdoti,
cari Diaconi,
care Sorelle e cari Fratelli,

Con profonda gratitudine al Signore risorto desidero esprimere a ciascuno di voi il mio augurio di pace. Lo faccio avendo nel cuore il volto di tanti fratelli e sorelle che ho incontrato nel corso della Visita Pastorale. Quattro anni intensi, ricchi di incontri, di volti feriti dalla sofferenza, ma grandemente fiduciosi nell’amore misericordioso del Padre. Un tempo provato dal covid, che ci ha ricordato la nostra precarietà e fragilità. La pandemia ha ritardato i tempi e i ritmi che ci eravamo preposti ma ci ha ricordato anche che è Dio a dettare i nostri tempi. È lui il Dio della vita e della storia. Con lui che ci sta accanto non possiamo arrenderci né scoraggiare. È non ci siamo fermati, se non lo stretto necessario. Abbiamo continuato il cammino. Il Signore non ci ha abbandonati e ci ha fatto gustare la bellezza della sua vicinanza. L’ho intravisto nelle tante ferite della nostra terra, ma soprattutto nelle sue bellezze, positività e risorse. C’è una Chiesa oltre la soglia che attende di essere accolta, visitata ed abbracciata. Una Chiesa che prega nelle case ed offre la propria sofferenza. Una Chiesa sofferente che non si arrende. Una Chiesa col Vangelo ed il Rosario tra le mani. Il mio pellegrinaggio ha avuto termine nella vicaria nord a Monasterace, una comunità che resta affettivamente unita al proprio parroco, che pur fisicamente distante offre la sua sofferenza e soprattutto la sua preghiera: siamo vicini con la preghiera a don Alfredo ed alla sua comunità.
La vita ci mostra che il mistero Pasquale si realizza anche in noi. Come dice San Paolo, “completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
Avrò modo di ritornare sull’esperienza vissuta in questi ultimi tre anni. Posso solo dire che la fede della nostra gente non si è spenta, ha solo bisogno di essere accompagnata. Sento dalla bocca di molti che non c’è stato dopo il covid il ritorno alla vita ecclesiale come ci si aspettava: è vero, ma solo in parte. Molti di coloro che non sono ritornati alla vita ecclesiale sono solamente impediti dalla malferma salute e dagli anni che avanzano. Ho incontrato nelle scuole tanti ragazzi e giovani, alcuni di loro li ho rivisti in chiesa, ma tanti non frequentano restando in attesa di un invito.
Ora ci attendono due eventi importanti: anzitutto la Pasqua. Quanto vorrei che il mistero della Pasqua ci coinvolgesse tutti e ci desse la spinta decisiva a camminare col Risorto lungo il cammino della storia! L’annuncio che deve risuonare in noi e nelle nostre comunità è: “Cristo è risorto, è veramente risorto! La morte è stata vinta in Gesù e aspetta di essere vinta in ciascuno dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Cristo attende di risorgere in noi e nelle nostre comunità!”
Il secondo evento ecclesiale che interessa la nostra Chiesa e tutte le altre di Calabria è la Visita ad Limina. Dopo tanti anni ritorniamo alla Sede di Pietro per rinnovare la vicinanza della nostra Chiesa al Santo Padre e a ribadire la nostra comunione con lui. È un’occasione per verificare il nostro cammino. Una verifica che non mancherà di mettere in luce le nostre fatiche e ritardi, ma anche la nostra unità in Cristo e la fedeltà al Signore. Siamo esposti alla tentazione di un mondo che crede di poter fare a meno di Dio, un mondo che sta pericolosamente ripiegandosi su se stesso, dove il ritorno alla guerra, ad inutili stragi e alla sete di potere domina sugli altri ed allontana il desiderio della pace e dell’unità della famiglia umana. Che il Risorto risvegli in tutti ed in ciascuno la nostalgia della fraternità perduta!
Con il cuore pieno di gioia, come padre e pastore di questa amata Chiesa di Locri-Gerace, chiedo al Signore per ciascuno di noi la grazia di entrare in questo mistero Pasquale di vita e di gioia, accogliendo l’annuncio della Pasqua e facendone il cardine della nostra testimonianza. Penso in questo tempo anche alle tante situazioni di disagio e sofferenza che molti fratelli e sorelle per ragioni diverse devono affrontare. Penso ai migranti che sbarcano sulle nostre coste ed ai tanti che perdono la vita nelle fredde acque del Mediterraneo nella ricerca di un nuovo mondo.
Vorrei che la nostra Chiesa vivesse e agisse a partire dalla risurrezione di Cristo. Faccio mie alcune espressioni di un testimone della fede: “A partire dalla risurrezione di Cristo può spirare un vento nuovo e purificante per il mondo d’oggi. Se due uomini credessero realmente a ciò e, nel loro agire sulla terra, si facessero muovere da questa fede, molte cose cambierebbero. Vivere a partire dalla risurrezione: questo significa Pasqua” (D. Bonhoeffer).
Vivere a partire dalla Pasqua, dalla vita che risorge, che non ha paura delle proprie sconfitte, partendo dall’incontro col Risorto, che ha vinto la morte e ci ha ridonato la speranza di una vita nuova.
Con sentimenti di profondo affetto per ciascuno, auguro di vivere la gioia sconvolgente della Pasqua.
Il Crocifisso risorto porti gioia e pace al cuore di tutti.
Buona Pasqua!

Locri 24 marzo 2024

✠ Francesco Oliva